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Reggio Città Metropolitana. Per capire meglio le novità. – di Piero Morabito

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Reggio Calabria – Accademia del Tempo Libero

 

 

Reggio Calabria è una delle Città Metropolitane. Ma quali sono le finalità del disegno di legge n°16 del 26 luglio 2013? Il documento persegue 3 obiettivi di grande rilievo: istituire le Città Metropolitane, predisporre una nuova disciplina delle Province quali enti di area vasta e delle unioni di Comuni. La premessa fondamentale che orienta tutto Disegno è di anticipare la prospettiva contenuta nel Disegno di Legge Costituzionale. Quest’ultimo considera, infatti, le Città Metropolitane come Enti di governo delle aree metropolitane il cui ordinamento, modalità di finanziamento e funzioni sono definite da legge dello Stato. Emerge chiaramente il disegno della Repubblica dell’autonomia, fondata su due livelli territoriali di diretta rappresentanza delle rispettive comunità: le Regioni e Comuni. Tutta la legge, sia nella parte relativa le Città Metropolitane che in quella relativa le Province, alle unioni di Comuni è dominata dalla volontà di ridurre la classe politica e i costi della stessa. A questo scopo tutta la legge è segnata dalla volontà di fare dei sindaci, dei presidenti delle unioni di Comuni la classe politica di base del governo locale. Non meno importante è però l’altro aspetto di questa legge: la volontà di dare risposte importanti alle esigenze del presente. Tra queste è certamente la riforma delle Province. Il progetto di legge disegna un modello di Città Metropolitana molto innovativo caratterizzato da alcuni elementi portanti. Innanzitutto il suo territorio coincide con quello della Provincia attualmente esistente alla quale si sostituisce; in secondo luogo le sue funzioni sono arricchite da poche nuove funzioni fondamentali; infine i suoi organi sono pensati in modo da garantire il coinvolgimento necessario dei sindaci dei Comuni superiori ai 15.000 abitanti, mentre il raccordo è assicurato dalla Conferenza metropolitana. La missione essenziale di questi nuovi enti è, infatti, quello di porsi in qualche modo alla testa della ripresa dello sviluppo del rilancio del nostro sistema economico produttivo. Più della metà della popolazione italiana vive nelle Città Metropolitane. In queste aree sono collocati nostri centri di ricerca di maggiore prestigio, le Università più avanzate, le strutture finanziarie portanti del Paese. Una importante innovazione è quella di dar vita alla Città Metropolitana attraverso un primo periodo nel quale i suoi organi hanno due compiti essenziali: predisporre nuovo statuto e mettere appunto le attività necessarie ad assicurare un rapido ed immediato subentro alle Province. Un secondo aspetto è l’immediato subentro della Città Metropolitana alla Provincia che avverrà dall’1 luglio 2014; infine, il modello si caratterizza per lasciare ai nuovi organismi un’ampia discrezionalità statutaria per quanto riguarda le relazioni tra i loro organi, le modalità di organizzazione e di funzionamento, la disciplina delle procedure e dei rapporti con i Comuni e con gli altri enti territoriali.

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