di Matilde Bartolo
Nonostante il tempo inclemente, abbiamo scoperto una Seminara nobile e dalle mille sfaccettature sorprendenti.
LA STORIA
Le origini di Seminara sono antichissime e illustri.
Nel 986 il suo nome compare nei documenti, per la prima volta, quando gli abitanti dell’antica Taureana si ricoverarono qui con il loro vescovo mentre la Calabria era devastata dalle incursioni saracene.
Ubicata in posizione strategica lungo la via Popilia, Seminara si fece onore nelle battaglie del Mediterraneo e l’Imperatore Carlo V, al rientro dalla Sicilia, volle conoscere questo popolo valoroso lasciando, come testimonianza del suo affetto, lo stemma gentilizio custodito oggi, nella Chiesa di Sant’Andrea dei Pignatari.
Presidio della cultura greca in Aspromonte, Seminara è nota per aver dato i natali a Barlaam detto il Calabro e a Leonzio Pilato, studiosi massimi di musica, astronomia, matematica, filosofia, linguistica e greco.
In particolare, Barlaam dopo aver completato i suoi studi in Calabria parte per Avignone dove conosce il Petrarca e lo inizia a quella cultura greca ancora vivissima in tutti i centri del nostro Aspromonte. Maestro illustre di Petrarca e poi anche di Boccaccio, sarà inviato in missione diplomatica più volte dal Papa per svolgere un ruolo di mediazione nel tentativo di riunire Chiesa d’Oriente e Chiesa d’Occidente dopo il Grande Scisma.
LE CHIESE
Carmelo Scordo, delegato alla cultura per il Comune, ci ha accompagnati nella visita della Basilica Santuario della Madonna dei poveri che conserva nel suo interno di gusto neoromanico numerose testimonianze artistiche di notevole importanza tra cui la statua lignea della Madonna dei poveri, protettrice della città, risalente al XIII secolo. Si narra che la statua, trovata per caso, abbia concesso solo ai poveri di essere trasportata a Seminara nonostante i ripetuti tentativi dalla parte di esponenti del clero e dei nobili.
All’interno della Cattedrale, tre sale attigue custodiscono le argenterie preziose e i paramenti sacri del Tesoro della Cattedrale. Spiccano le teste reliquiario dei Santi Elia e Filarete e le corone d’argento e d’oro della Madonna dei Poveri.
A pochi passi di distanza dalla Cattedrale, la Chiesa di San Marco Evangelista custodisce due tesori di grande bellezza: l’altare in marmo con le allegorie della Fede e della Speranza e la meravigliosa Madonna degli angeli di Antonello Gagini in marmo finissimo che prende vita tra le pieghe della tunica e nello sguardo del Bambino.
IL MUSEO DELLE CERAMICHE E IL BORGO DEI PIGNATARI
La dott.ssa Monica De Marco ci ha accompagnati nella visita al Museo delle ceramiche calabresi che conserva ceramiche provenienti da tutta la Calabria, da Squillace a Mileto a Tropea a Gerace.
Al borgo dei pignatari tra le antiche fornaci alimentate ancora a nocciolo d’ulivo, abbiamo trovato all’opera i maestri Ditto e Condurso, intenti nel workshop di etnografia sulla maschera apotropaica scaccia demoni diffusa nella nostra tradizione. Rimane celebre l’incontro di Condurso con Pablo Picasso rimasto affascinato dalla bellezza delle ceramiche seminaresi.
IL MONASTERO ORTODOSSO
Al Monastero Ortodosso dei Santi Elia e Filareto ci attendeva il dolcissimo Padre Benedetto che si è soffermato ad illustrare la storia della lotta tra le due Chiese dopo il Grande Scisma. Femminile prima, maschile adesso, il monastero sta a testimoniare l’antico legame con la spiritualità greco-bizantina che qui ha avuto radici profonde e forti tanto da tenere testa, nonostante le scomuniche e le persecuzioni, all’ingresso della chiesa latina. All’interno dipinti dai colori sgargianti raffigurano i santi ortodossi della Calabria.
IL PRANZO
Ottimo pranzo al Ristorante “La Collina” a Barritteri dove il gruppo è stato allietato dalla fisarmonica del Maestro Adolfo Zagari nativo di questi luoghi. L’entusiasmo della nostra “tarantella” ha coinvolto anche un gruppo di turisti tedeschi presenti nel locale che non si sono fatti pregare a ballare con noi.
IL FRANTOIO
Non avremmo potuto lasciare Seminara senza prima fare visita al frantoio “Dolciterre” delle Sorelle Garzo. Qui, la tradizione millenaria della produzione dell’olio di Seminara, grazie alla coltivazione di specie autoctone come l’ottobratica e la sinopolese, si unisce all’imprenditoria tutta al femminile e alle tecniche più innovative per la produzione di un olio di alta qualità dalle nobili caratteristiche organolettiche.