Il Gruppo Turismo ha scelto di inaugurare l’anno sociale 2022-2023 con l’Ottobrata a Gambarie d’Aspromonte.
Numerosissimi gli associati che hanno aderito all’iniziativa e l’autunno mite ha consentito alla montagna di presentarsi in tutto il suo splendore.
Dopo la passeggiata nel bosco, i saluti della Presidente Silvana Velonà hanno dato il via al pranzo a base di funghi e di sapori tipici presso il Ristorante “L’Angolo del gusto” dell’Hotel Centrale a Piazza Mangeruca.
Nel pomeriggio, grazie alla consolle fornita gentilmente da Enzo Priolo, proprietario del ristorante, e alle musiche e la regia di Salvatore Marrari, abbiamo potuto intrattenerci in sala da ballo per un bel dopopranzo all’insegna dell’allegria e della spensieratezza, con alcuni associati impegnati anche nei tavoli del burraco.
L’inerpicata al Bosco degli Artisti che ha suscitato qualche borbottio di protesta subito rientrato per l’effettiva bellezza del sito, la scoperta di nuove prospettive in una Gambarie sempre sorprendente, l’approfondimento di alcuni aspetti della nostra tradizione letteraria, il pranzo con i prodotti tipici del territorio e l’intrattenimento pomeridiano sono stati il mezzo per centrare l’obiettivo che l’Accademia del tempo libero si è sempre prefissata e che è quello di creare forti momenti di socialità senza mai perdere di vista l’importanza degli aspetti culturali.
Il Bosco degli artisti
Nella mattinata è stata prevista una camminata lungo il Bosco degli Artisti per vivere un’esperienza di immersione totale nella natura e nell’arte percorrendo il piccolo museo all’aperto inaugurato nel mese di agosto. Assoluta novità per Gambarie, il Bosco degli artisti raccoglie le opere che 10 artisti hanno creato per Aspromondo, progetto di residenza artistica a Cucullaro in collaborazione con il Comune di Santo Stefano d’Aspromonte, l’Accademia di Belle Arti e il FACE FESTIVAL. Lettere in bronzo su un albero caduto, radici che accolgono come madri generose, tele di ragno, cocci che tintinnano rievocando i suoni ancestrali del bosco, figure dormienti e magiche, impronte di passi nel tempo sono le installazioni artistiche che vogliono rappresentare il legame simbiotico indissolubile tra l’uomo, l’arte e la natura.
Tra le dieci opere una, in particolare, ha interessato gli associati dell’Accademia. Si tratta della Sibilla aspromontana che appare d’improvviso tra gli alberi come figura inquietante e severa, pur nella sua antica e inenarrabile bellezza.
La Sibilla d’Aspromonte
Racconti leggendari sulla figura delle Sibille sono diffusi in tutto l’Appennino meridionale. Nella letteratura aspromontana, si racconta di una maga dalla sapienza sconfinata che, sembra, abiti fin dalla notte dei tempi, in un vecchio maniero a ridosso delle montagne di Polsi. La Sibilla aspromontana, oltre a saper predire il futuro, è profonda conoscitrice delle erbe e dell’animo umano e detiene il segreto del lievito madre. In ragione della sua immensa sapienza, Sibilla è certa di diventare la madre di Gesù, ma, narra la leggenda che una giovinetta di nome Maria mandata da Sibilla ad apprendere le arti magiche della lievitazione del pane,
prima ruba il lievito madre da dare in dono all’umanità e poi sogna di essere trafitta da un raggio di sole. Sibilla comprende il sogno, capisce che sarà Maria ad essere la madre del Salvatore e così presa dall’invidia e dalla gelosia si ritira per sempre nel suo castello, oramai ridotto a rudere, a piangere e lamentarsi. Vecchissima, Sibilla ha perso la sua splendida bellezza e per non farsi riconoscere si trasforma in capra quando gira nella foresta e, ancora oggi, nelle notti di tempesta, i pellegrini riescono a sentire i suoi gemiti e i suoi lamenti caprini.
La leggenda è ancora vivissima dalle parti di Polsi, tanto vero è che dopo la processione, la Madonna rientra nel Santuario velocemente per non dare le spalle troppo a lungo alla dimora della sua antica maestra.
Matilde Bartolo